di Enrico Finocchiaro
thanks to Roberto Solomita e Dario De Lucia
Chiedere un’intervista all’Apparato non è stata una passeggiata. Abbiamo dovuto dare ampie rassicurazioni sul fatto che, nonostante il titolo decisamente borghese della nostra testata, la redazione fosse composta da militanti di comprovata fede togliattiana. Dopo una trafila che non staremo a raccontarvi – durante la quale siamo certi siano stati esaminati i nostri dossier personali – abbiamo finalmente ricevuto un riscontro dal comitato Agitazione e Propaganda: appuntamento accanto all’unica statua di Lenin nei confini dell’Europa Occidentale, in piazza a Cavriago. In pieno agosto, chi scrive è stato avvicinato da un misterioso individuo vestito d’un austero cappotto anni ‘50 col bavero alzato. A costui abbiamo sottoposto le domande per approfondire la conoscenza di questa entità mitologico-ideologica.
Bello il cappotto: è vintage?
Faccia poco lo spiritoso, è un atteggiamento controrivoluzionario.
Con chi stiamo parlando in questo momento? Che incarico ha in seno all’Apparato?
Con chi stiate parlando è indifferente. Chiunque sia il burocrate temporaneamente incaricato dal settore Agitazione e Propaganda di tenere i rapporti con la stampa borghese, egli è l’Apparato. L’individuo ha un ruolo effimero: l’Apparato si serve di tutti ma non si esaurisce in nessuno, quale che sia l’importanza del ruolo che ricopre.
Bene, andiamo subito al cuore della questione: il Pci. I comunisti in Italia non sono mai spariti come sostiene Berlusconi, oppure c’è bisogno di una leva comunista del tutto nuova?
Il Comunismo non può sparire. Certo, spesso i suoi epigoni sono stati assai timidi e hanno fatto mostra di vergognarsi della sua eredità. In particolare condanniamo severamente il rinnegato compagno Occhetto. L’abbandono del sapiente metodo togliattiano del rinnovamento nella continuità ha avuto, come tutti possono vedere, conseguenze esiziali. È dunque necessario rimediare all’oblio nel quale i giusti principi di una teoria e di una prassi comunista sono sprofondati. Bisogna profondere sforzi rinnovati nell’educazione dei militanti, nel ristabilire l’egemonia culturale e nella formazione della classe dirigente.
Apprestandomi a cercare sul dizionario il significato del termine “esiziale”, ho sentito di dover esporre in modo franco i miei dubbi più pressanti.
Non sarà pericoloso un prepotente ritorno del Comunismo in Italia? E in ogni caso: dato il crollo demografico, ci saranno abbastanza bambini da mangiare per tutti?
Daremo precise disposizioni affinché vengano mangiati solo bambini borghesi.
Che giudizio date della proliferazione di partitini e movimenti senza radici ideologiche, tipica della Seconda repubblica?
Seconda repubblica?! Quale Seconda repubblica?
Non credete che propagandare il Comunismo sui social network come Facebook sia un po’ troppo borghese?
E lei non crede che questa domanda sia espressione di settarismo? Conformemente all’insegnamento del compagno Lenin usiamo tutte le armi e le tribune che la borghesia è costretta ad offrire.
Tuttavia Facebook è uno strumento che permette di esprimere opinioni e contestazioni. L’Apparato è composto da base granitica fedele alla linea, oppure anche al vostro interno siete solcati da correnti?
Assolutamente no. Se occasionalmente l’Apparato dà modo a militanti e funzionari cheap payday loan di esprimere liberamente la propria opinione è solo per procedere a più efficaci epurazioni.
Nella vostra foto profilo su Facebook campeggia Giorgio Napolitano, primo riferimento del movimento deviazionista e reazionario noto con il nome di Migliorismo. Non credete che per combattere più efficacemente i Nemici del Popolo possa essere utile produrre e dare massicciamente diffusione tramite la rete dei militanti e allegandola a l’Unità un duro pamphlet dal titolo Il Renzismo, depravazione giovanile del Migliorismo?
Vogliamo precisare che detta foto vuole essere un monito all’ex compagno Napolitano. La falce e martello che campeggia su di lui nell’immagine è un perpetuo rimprovero alle sue scelte successive, singolare esempio di deviazionismo e di asservimento alle logiche del capitalismo e ai voleri dei poteri forti. La vostra proposta di pamphlet sarà valutata dal dipartimento Agitazione e Propaganda.
Attualmente chi potrebbe essere il leader ideale per l’Apparato?
Abbiamo forti riserve su tutti. Ma non c’è da preoccuparsi. Nelle nostre Scuole di partito stiamo formando un’intera nuova generazione di dirigenti.
Il vero crollo del Comunismo è avvenuto con lo smantellamento del muro di Berlino o con il completo marrone di Occhetto in tv da Mentana nel 1994?
Paradossalmente il completo marrone di Occhetto incarnava molto bene lo spirito di grigiore dell’Apparato. Se non fosse che era indossato da un rinnegato…
Il grigiore stava ormai per possedermi completamente quando ho partorito la mia ultima domanda.
Quando salirete definitivamente e stabilmente al potere, quale sarà il futuro della testata Imprenditori? Potete darci qualche anticiapazione sullo scontato cambio di nome o sui programmi rieducativi che tenete in serbo per la redazione?
La rivista sarà rinominata Kombinat e sarà commissariata dal Partito. I membri della redazione verranno destinati all’estrazione di carbone e sostituiti da redattori di sicura e provata ortodossia.
Detto ciò, l’uomo in grigio ha girato l’angolo ed è sparito. Il mattino dopo una dimessa cartelletta gialla con l’intestazione del Comitato Centrale dell’Apparato mi aspettava sulla scrivania in redazione. All’interno, battuti a macchina su carta protocollo, documenti che l’identità dei gestori della pagina Facebook dell’Apparato: due giovinastri di Bologna e Milano, democratici di sinistra che hanno creato questo pagina per stigmatizzare l’uso ossessivo del termine sui media. Alla voce Ambizioni e speranze il loro dossier recita: “Al netto dell’esagerazione e dell’ironia, i due auspicano un ritorno alla grande teoria, all’elaborazione ideologica e un serio investimento nella formazione di una nuova classe dirigente”. “Sì, campa cavallo”, ho pensato. Deluso, ho gettato il dossier dell’Apparato nel cestino della differenziata. Se non altro in redazione abbiamo potuto disfare le valigie e riporre i mutandoni di lana nei cassetti. Non rischiamo più di essere deportati a Novosibirsk.
Ps Prima di andare in stampa, abbiamo inviato l’impaginato al Comitato Centrale che ha espresso le sue valutazioni. Testualmente: “La conclusione ci pare un po’ troppo scanzonata. Raccomandiamo di renderla più rispettosa e ortodossa”.