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Ervet ha realizzato, in accordo con la Regione Emilia-Romagna, una ricerca sugli acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni. Lo studio, su un campione rappresentativo di Comuni e Province, si è occupato del grado di diffusione e della modalità di introduzione degli acquisti che limitano l’impatto sull’ambiente da parte degli enti locali. I volumi di spesa per l’acquisto di beni e servizi effettuati dalla PA a livello nazionale sono mediamente pari al 7% del Pil (corrispondenti a 104 miliardi di euro) e rappresentano il 14% della spesa totale. Negli ultimi tre anni, invece ,in Emilia Romagna il 45,3% degli Enti locali intervistati ha fatto almeno un bando verde e agli acquisti sostenibili ha destinato il 21,2% del totale della spesa pubblica.

I risultati dello studio
Tra le tipologie di acquisto spiccano alcune categorie merceologiche di prodotti (cancelleria 27%, hardware 14%, alimenti 13%, arredi 13%) privilegiate per prezzo, disponibilità dei criteri ecologici e maggiore offerta sul mercato.
Le tipologie di acquisti variano in base alle modalità di acquisto: la cancelleria viene acquistata attraverso il sistema centralizzato (segnalato nel 74% dei casi); lo stesso se gli acquisti sono affidati a soggetti esterni (45%); mentre gli arredi, le apparecchiature informatiche e gli alimenti biologici vengono acquistati attraverso il sistema decentrato, affidato ai singoli servizi (74%). I supporti informativi più utilizzati sono le banche dati (51%) e reti e network con altri enti (38%).
La metà degli enti che dichiara di fare bandi verdi utilizza criteri premianti, mentre l’altra metà criteri obbligatori avvalendosi dell’offerta più bassa; a testimonianza del fatto che ci sono ancora incertezze dettate dalla paura di eventuali inadempienze normative.
Gli impatti ambientali, ritenuti prioritari dagli enti spaziano dalla produzione di rifiuti (32%) associata alla cancelleria, arredi e prodotti alimentari; al consumo di acqua ed energia (25%) associata ai prodotti informatici, all’inquinamento atmosferico (24%) fino ai cambiamenti climatici (19%) associato ai trasporti.

Il commento
Queste le dichiarazioni dell’Assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli: «Il Green Public Procurement ha in sé le potenzialità per divenire uno strumento di competizione economica e giocare un ruolo fondamentale nella green economy: servirà da modello di buon comportamento per le imprese e i cittadini, dando quindi un significativo contributo al mercato e all’ambiente. Nell’attuale situazione economica, in cui le amministrazioni versano in gravi restrizioni di bilancio e di difficoltà economiche, è strategico ottenere risultati ottimali in materia di appalti. Nel libro verde si pone l’accento proprio sulla convenienza economica che alcuni obblighi dettati da una maggiore protezione dell’ambiente potrebbero generare nel medio o lungo termine, come ad esempio, nel settore dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e non solo». «La Regione Emilia–Romagna, nell’ambito degli obiettivi delle politiche comunitarie mira – ha aggiunto Muzzarelli – ad attuare le strategie elaborate dalla Commissione europea e contenute nel recente Libro verde sulla modernizzazione della politica dell’Ue in materia di appalti pubblici, per una maggiore efficienza del mercato europeo».  Il tema degli appalti ha infatti un ruolo fondamentale nella strategia Europa 2020.
In particolare per migliorare il contesto generale per l’innovazione nelle imprese, utilizzando integralmente le politiche incentrate sulla domanda; ma anche per favorire la transizione verso un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse e a basse emissioni di carbonio, ad esempio promuovendo un più ampio ricorso agli appalti pubblici verdi; infine per migliorare il clima imprenditoriale, specialmente per le Pmi innovative.