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Interviste

Sarebbe meglio mentire?

Di 20/07/2010Marzo 15th, 2023No Comments

Non sono solo fisiche. Le vere frontiere sono quelle con cui facciamo i conti ogni giorno e che ci spingono a fare meglio, a guardare più in là del punto in cui siamo arrivati. Superare queste frontiere mentali ci permette di raggiungere traguardi ai quali mai avremmo osato aspirare (Tania Cagnotto)

Viso pulito, sorriso splendente. Quella che abbiamo visto negli occhi di Tania Cagnotto è la sicurezza di una donna abituata a fare i conti con se stessa e le proprie paure sin da giovanissima. Nel corpo e nell’anima, una vera sportiva. L’abbiamo incontrata a Quattro Castella in occasione del 45esimo Corteo Storico Matildico, mentre passeggiava con il proprio fidanzato tra le vie del centro in attesa di vestire i panni di Matilde di Canossa.

A primo impatto, una ragazza come ce ne sono tante, forse anche un po’ riservata, ma con le idee ben chiare. Sicuramente il superamento delle frontiere, non è cosa che la spaventa, anzi. Motivo per cui non abbiamo resistito alla tentazione di farle qualche domanda…

Prima tuffatrice italiana a vincere una medaglia d’oro ai mondiali di nuoto. Tania Cagnotto si sente più a suo agio nei panni di Matilde di Canossa per un giorno o in quelli di rappresentante sportiva della propria nazione?
“Detta così, spaventano moltissimo tutte e due le possibilità. Con la differenza che per abituarmi all’idea di rappresentare il mio Paese ho avuto diversi anni e infinite ore di allenamento. Per vestire i panni di Matilde di Canossa invece, dubito esista una preparazione adeguata. Non c’è medaglia che tenga. A quanto ne so, Matilde è stata protagonista di imprese alle quali non oso certo paragonare le mie. Diciamo che mi sento più a mio agio con il costume olimpionico. Se non altro, quello lo so portare!”.

Quando uno sport diventa lavoro, convivere con lo stress della competizione è cosa di tutti i giorni. A 25 anni come vivi la sfida con te stessa? Avere a che fare con il superamento dei propri limiti è qualcosa che ti stimola o ti ha causato qualche problema?
“La mia carriera sportiva è iniziata molto presto. Quando si è molto giovani lo stress da competizione è meno sentito, forse perché l’unica cosa di cui hai la percezione è l’adrenalina che ti mette in circolo la gara, tutto il resto non conta. Le aspettative sono ridotte e per questo ti senti libero di azzardare, vada come vada. Crescendo il peso della gara si fa sentire sempre di più e con i risultati crescono anche le aspettative del pubblico e delle persone che ti sono vicine. Insomma, diventando adulti, le cose si complicano. Mi rendo conto che dirlo è quasi una banalità perchè questo non vale solo per gli sportivi ma per tutti… Diciamo che con il tempo ci si abitua, si impara a controllare la mente esattamente come un atleta impara a gestire il proprio corpo. In molte occasioni è la testa a fare la differenza in una gara. E’ per questo che lo psicologo sportivo è una figura molto importante nella carriera agonistica di un atleta”.

Chi è e cosa fa Tania Cagnotto quando non è impegnata in competizioni internazionali o negli allenamenti?
“Conduco una vita nella media, da ragazza normalissima. Esco con le amiche, mi diverto. Quando vado in vacanza, rigorosamente in una località di mare, mi riposo. Ammetto anche che quando stacco la spina, acquisto una buona dose di pigrizia… Insomma niente di eclatante. E poi non mi piace l’esibizionismo fine a se stesso, soprattutto se ad esercitarlo sono degli sportivi, che nel mio modo di vedere hanno anche delle responsabilità. Bene o male la gente prende in considerazione quello che fai ed è corretto – secondo il mio punto di vista – essere onesti e coerenti con le proprie convinzioni”.

Una ragazza normale, ma certamente non comune. C’è qualcosa che invidi alle tue coetanee in questo momento della tua vita?
“Direi proprio di no perchè, come ho detto, in realtà faccio più o meno la vita di una qualsiasi 25enne. L’unica cosa che invidio alla vita delle mie coetanee è la libertà di agire senza la spada di Damocle del ‘giudizio’ pubblico che pende sulla mia testa. Il rovescio della medaglia, ecco. Ma in fondo è un peso che si porta volentieri, quando, dall’altra parte, sono tanti i lati positivi…”.

Una carriera nel mondo dello sport non è infinita. Cosa vorresti fare ‘da grande’?
“Mi piacerebbe fare la fisioterapista. Conosco bene il corpo umano e gli stress a cui è sottoposto per raggiungere risultati ‘mondiali’. Penso che potrei dare un buon contributo, in quel mondo…”.

Hai accennato alle tue vacanze e dell’amore per il mare. Molte delle nostre lettrici probabilmente sceglieranno come te una meta marittima. Toglici una curiosità – e scusaci la leggerezza della domanda… Come fate voi sportivi a mantenere un corpo perfetto, sempre al massimo della forma?
“Temo di dovervi deludere. Non c’è nessun segreto per mantenersi ad un alto livello: solo tanto allenamento e sacrificio. E con sacrificio intendo una dieta bilanciata 12 mesi l’anno. In generale sono per la cruda verità. Dici che sarebbe stato meglio mentire?”.