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Cultura

Il riscatto del gossip

Di 14/04/2010Marzo 15th, 2023No Comments
 Gettare fango: Parlare male di qualcuno, calunniare. Molto di moda durante l’affaire Bertolaso.

Gettare fango: Parlare male di qualcuno, calunniare. Molto di moda durante l’affaire Bertolaso.

di Maria Chiara Marchi

Uno dei più pericolosi mali del mondo? O uno dei modi attraverso cui si mantiene l’ordine e si riducono i conflitti sociali? Fango sì, ma forse construttivo, il pettegolezzo, tra alti e bassi, pare vivere oggi il proprio ‘riscatto sociale’.

Che si chiamino gossip o pettegolezzi, in nessuna occasione vengono considerati virtuosi. Eppure è successo: il dicunt degli antichi romani, è stato oggetto di studi da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche che ha illustrato i risultati della ricerca su “Le virtù del pettegolezzo” nobilitando l’antica e mai tramontata tradizione dello ‘spettegolare’. E’ pensiero comune e diffuso che la ragion d’essere del pettegolezzo sia la comunicazione tesa solo a minare la reputazione altrui. Gli studi della ricercatrice Rosaria Conte dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr, invece, smentiscono tale assunto: “trasmettendo la reputazione tramite il pettegolezzo, cioè riportando un’opinione non a titolo personale, bensì attribuendola al pensiero diffuso la fonte evita di assumersi la responsabilità di quanto dice e, di conseguenza, si sottrae a eventuali ‘rappresaglie’ e ‘faide’ che potrebbero a loro volta produrre altri comportamenti aggressivi, reciproci e reiterati. In tale modo gli uomini sono dunque riusciti a controllare il cheating, aumentando al contempo la dimensione dei gruppi sociali”.

Per avere una conferma empirica di questa teoria, la ricercatrice ha prima di tutto verificato dalla letteratura scientifica che la reputazione è, fra le istituzioni sociali primordiali, quella più universale, esaminando alcuni aspetti evoluzionistici ed etologici del pettegolezzo. “Inoltre – spiega lei stessa – si è sperimentato il modello di circolazione della conoscenza sociale attraverso la reputazione e il pettegolezzo su computer, in popolazioni di agenti artificiali, verificando anche in laboratorio che la diffusione delle informazioni mediante il gossip funziona e limita l’‘inganno’ più del modello che prevede l’assunzione diretta di responsabilità rispetto alle informazioni trasmesse”. Gli esperimenti hanno dimostrato che anche nell’effettuare scelte in campo economico, in cui normalmente si enfatizza la scelta razionale, gli individui sono influenzati fortemente dalla reputazione e dal gossip. Pensiamo ad esempio a E-bay dove ogni venditore è ‘giudicato’ pubblicamente dai suoi clienti e la sua reputazione di ‘bravo venditore’ è sempre messa in discussione.

Ma i preziosi risultati della ricerca non hanno convinto tutti. L’America è tra i più grandi sostenitori ed esportatori di metodologie formative sui team builduing in e outdoor (in barca a vela, su per i monti, rafting; etc…), e l’affiatamento non può essere autentico in presenza di pettegolezzi. E senza affiatamento non c’è produttività. Tutti avvisati: negli States è guerra al pettegolezzo, reo di penalizzare la produttività negli uffici. Le voci di corridoio, infatti, possono danneggiare la fiducia reciproca dei lavoratori ed è risaputo che una ‘piccola’ diceria, anche infondata, circolo rapidamente di ufficio in ufficio e, con tutta probabilità, si ingigantisce. C’è gossip e gossip e quando non riguarda la vita privata delle persone ma il loro rendimento al lavoro o il loro stipendio, allerta la direzione aziendale. Il motivo? C’è: una voce, anche falsa, su imminenti licenziamenti può scatenare la protesta sindacale. In America, a fronte di questa “nuova” emergenza, vengono spesso presi provvedimenti drastici, come l’inserimento di clausole apposite nei contratti di lavoro contro il pettegolezzo, che, nei casi più gravi, possono portare al licenziamento.

Strano è che nel Paese dei creativi per eccellenza come l’Italia non si siano ancora diffuse clausole di questo tipo.