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Mentre li guardiamo sfrecciare sulle piste, ogni volta che affrontano una curva sentiamo un brivido. Ed è ancora più forte l’emozione per una piega o un sorpasso eseguiti alla perfezione. Andrea Manici è uno di loro, un motociclista: un mix di passione, razionalità, tecnica ed umanità, intorno al quale si muove un allegro clan di familiari e amici.

Come è nata la tua passione per le due ruote?
La mia è una famiglia di motociclisti: mio zio Corrado gareggiava a livello mondiale in categoria Superbike, e mio cugino Stefano a livello nazionale. Fin da piccolo ho seguito le loro gare, e la passione ha contagiato anche me. Con i guadagni del mio primo lavoro ho comprato una moto, e ho subito iniziato a gareggiare.
Quindi la tua famiglia è stata la tua ispirazione.

Ti supporta tuttora?
Certo! La passione per questo sport ci lega molto, tanto che la mia famiglia è il mio team: mio padre è il meccanico, mio fratello è il preparatore, e mia madre è la cuoca. Anche mia moglie e mia figlia mi seguono sempre, insieme agli amici a volte siamo anche una trentina: il tifo fa sempre piacere. In passato ci siamo appoggiati a team famosi, ma non ci hanno dato molto: invece tra noi c’è fiducia, comprensione, una struttura solida. Credo sia la componente più importante del successo, che consente al pilota di dare il 110%.

In una gara, quanto conta conoscere il mezzo, e quanto conta l’istinto?

Conoscere il mezzo è fondamentale, così come le prove tecniche: a volte anche poche variazioni nei parametri di gara fanno la differenza. Dalle prove ho già un’idea di cosa aspettarmi dalla gara, e non sgarro molto dal mio programma: se mi capita, non perdo la testa. Certo, c’è chi è più impulsivo e fa mosse azzardate, pagandole magari con una caduta o altro: ma capita a tutti. Amo le gare in pista: mi tengono lontano dalla strada, che è decisamente più pericolosa.

Raccontaci qualcosa della tua carriera.
Ho iniziato a 18 anni, e ho partecipato, tra gli altri, al Campionato italiano di Velocità, alla Coppa Italia ed al Campionato europeo classe 600. Ora gareggio nella R1-series Cup, dedicata alla moto R1 Yamaha, 1000 cc. Finora abbiamo disputato 4 delle 6 gare previste, le prossime saranno a settembre ed ottobre, con gran finale al Mugello. Al momento sono terzo in classifica generale: è un risultato molto positivo, anche per i miei sponsor Emboss e Eros Motor. Visti i miglioramenti dei miei tempi, esiste la possibilità di passare ad una categoria superiore. Ma il mio carattere mi porta a non strafare: l’importante è continuare a divertirsi, per me e la mia famiglia è sempre stato così.

Qual è una tua giornata tipo?
Durante la settimana faccio l’elettricista: è un lavoro che mi piace, l’azienda crede in me e sono soddisfatto delle mansioni di responsabilità che mi vengono affidate. Nel tempo libero sto con la mia famiglia, poi in serata mi alleno in bici, correndo, o nella mini-palestra in casa, mentre nei weekend mi dedico al motocross. L’allenamento è indispensabile per reggere tutte le pressioni a cui si è sottoposti in gara, e dal punto di vista psicologico è necessario per mantenersi lucidi.

Il motociclista è di solito associato ad un’immagine aggressiva. Cosa ne pensi?
Per me essere un guerriero significa riuscire a conciliare tutti gli aspetti della vita, il lavoro, la famiglia, le passioni, senza sottrarre tempo a nessuno. Se decido di fare una cosa, la faccio bene: per me non ha senso fare le cose senza impegno. Il mio equilibrio è questo.

La crisi si è affacciata anche nel tuo settore?
Si, negli ultimi anni gli iscritti sono diminuiti molto, e solo ultimamente stanno risalendo. Io mi considero molto fortunato, i miei sponsor hanno continuato a supportarmi generosamente, ma non per tutti è andata così.

Che consigli daresti ad un giovane aspirante pilota?
Di perseverare nell’inseguire la sua passione, allenarsi e tenersi nel giro: il settore si sta riprendendo, quindi la fortuna può girare e dargli la sua occasione.

Quali sono i tuoi modelli, i piloti a cui ti ispiri?
Come tipo di guida, Casey Stoner, che ha un grande talento ed un istinto notevole, anche se non apprezzo il suo carattere impulsivo e aggressivo. Valentino Rossi invece è sicuramente un motociclista più completo, più equilibrato. Prima o poi, sarebbe bello confrontarsi con loro…

(foto Bruno Cattani)