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Il rallentamento della crescita economica non ferma la corsa del factoring, che dovrebbe chiudere il 2022 con una crescita intorno al 15% e si prepara a fare nuovi passi in avanti nell’anno a venire. Si conferma così la validità dello strumento che consente alle aziende di cedere a una società specializzata (denominata factor) i propri crediti esistenti o futuri, scegliendo tra due formule: pro soluto, con il rischio d’insolvenza del debitore che viene trasferito alla società di factoring; pro solvendo (cioè salvo buon fine), con il soggetto che cede il credito coinvolto in caso di mancato incasso da parte del factor. Secondo le rilevazioni dell’associazione di settore Assifact, nei primi dieci mesi del 2022 il volume d’affari si è attestato a 229 miliardi di euro, vale a dire il 17% in più sullo stesso periodo del 2021.