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L’economia circolare è un lavoro multidisciplinare da accantierare nei prossimi 50 anni. Con gli esperti Carlo Manicardi e Gianluca Telera abbiamo provato a immaginare quali possano essere le tappe affinché l’economia circolare riesca a diventare il sistema produttivo dominante ed economicamente più conveniente. Ecco quindi otto importanti azioni da intraprendere nel futuro per intraprendere una strada pragmatica e realistica per affrontare i rischi posti dal climate change e per scardinare un pezzo alla volta la fossil economy, la politica e la vita sociale a essa abbinate e attribuire diritti agli ecosistemi, che rimarranno i nostri unici fornitori di materie prime ed energia.

Abitazioni
Calcolare il fabbisogno di energia per mq per ogni abitazione, ufficio o luogo di produzione con l’obiettivo di definire l’efficientamento energetico ottimale per tipo di edificio, per area geografica, per tipo di attività etc. Sapremo quante sono le emissioni di CO2, conseguentemente il Comune potrà variare la base imponibile anche in funzione dell’inquinamento prodotto. Il valore di mercato dei fabbricati includerà finalmente il loro disvalore ambientale.

Filiere produttive
Le filiere produttive e non i settori di attività o le singole imprese saranno i nuovi destinatari delle politiche industriali così le infrastrutture per il recupero delle materie seconde saranno tema cardine delle politiche economiche e ambientali. I beni andranno progettati per essere prodotti con materiali separabili, con meno energia da non rinnovabili e sempre meno materia prima vergine. Le imprese di ogni filiera si dovranno occupare di aumentare l’assistenza e la riparabilità post vendita.

Rifiuti
I rifiuti andranno sempre valorizzati economicamente anche in filiere a basso valore aggiunto.

Finanza
La finanza “verde” sarà curata da tutti gli operatori indistintamente che inizieranno ad includere i rischi da climate change nella valutazione delle scelte di investimento e finanziamento alle imprese. Un effetto è quello di indirizzare le filiere produttive a investire in tecnologie e prodotti low carbon o carbon neutral.

Scienza e politica
Le conoscenze maturate dalla ricerca scientifica debbono essere acquisite automaticamente nelle agende dei decisori politici locali, regionali, nazionali ed europei ed in quelle di tutti i decisori economici, per ridurre collettivamente i rischi del climate change indipendentemente da altre logiche o necessità o contingenze.

Unità di misura
Tutti avremo poi bisogno di nuove unità di misura, diverse dal denaro, dal metro, dal chilogrammo e dal litro. Lo scopo è di misurare le esternalità negative dei cicli di produzione, delle distribuzioni di prodotti e servizi e degli stili di vita e di consumo. La loro conoscenza permetterà di valorizzare monetariamente la riduzione di ciascuna esternalità negativa. Le imprese potranno avere finalmente la contabilità energetica e ambientale integrata a quella economica.

Tassazione
Riduzione della tassazione dei redditi monetari e del valore degli immobili per tassare i beni e servizi prodotti, consumati e condivisi. Lo scopo è di ridurre la tassazione sul lavoro umano misurato dal reddito e introdurre basi imponibili non monetarie determinabili anche in base all’uso certificato di materie prime secondarie; generazione di servizi con emissioni ridotte o compensate o zero; certificazioni ambientali fornite nei bilanci e nelle etichette; della appartenenza a filiere corte.

Pubblica Amministrazione
Formazione permanente della e nella Pubblica Amministrazione affinché tutte le problematiche connesse al climate change siano di naturale conoscenza comune. miglioramento e sistematica applicazione del GPP (Green Public Procurement, cioè gli acquisti verdi).