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La domanda di utenti che hanno il desiderio di viaggiare in condivisione è vasta; ma non è più sufficiente la definizione di “viaggiatore” per questo tipo di utente; per comprenderne le esigenze, è necessario segmentare le esigenze di viaggio. In sostanza un operatore turistico deve capire prima a quali target si può offrire e poi come veicolare l’offerta. Non esiste quindi una risposta univoca alla domanda perché generalizzando si è praticamente certi di sbagliare l’obiettivo.

Una delle modalità di viaggio più esclusive e desiderate è quella del viaggio in barca. Oggi è stato creato un servizio che si occupa di turismo associativo per chi intende viaggiare in barca condividendo i costi: AtBoat.

“AtBoat.com ripercorre il progetto del cabin charter che in Italia non è mai decollato ma con idee ed iniziative nuove; vogliamo proporre un’offerta ampia su un marketplace innovativo e con recensioni dalla comunità di utenti” – commenta così il direttore marketing di AtBoat – “Attraverso una crociera in barca l’utente può unirsi ad un gruppo di persone che hanno già date e rotte definite. AtBoat è fatta di tutte persone che amano il mare; lo abbiamo sempre affermato e non ci stancheremo mai di ripeterlo”.

La sfida che AtBoat si è data è molto coraggiosa ed è mirata a trasformare l’offerta in esperienza di viaggio. Per la verità sono oramai alcuni anni che si vendono le esperienze di viaggio tant’è che la nuova tendenza aggiunge il concetto di ‘cross travel experiences’ cioè l’incrocio tra esperienze di viaggio.

“L’industria turistica italiana avrebbe un prodotto Paese potenzialmente tra i più desiderati al mondo ma ha molta strada da percorrere per essere competitiva a livello globale. Il vero verbo che dovrebbe declinare si chiama fare sistema che può anche voler dire accorpamenti d’impresa per raggiungere dimensioni organizzative e di fatturato che consentano di effettuare quegli investimenti in infrastrutture, competenze manageriali e sistemi IT per raggiungere il singolo potenziale viaggiatore a casa sua”.