di Federica Imbrogli
Arte, ricerca, patrimonio e beni culturali. Non pare essere un buon momento per nessuno di questi. Colpa della crisi? La recessione economica non è certo salutare per nessuno (o quasi), ma soprattutto per questi settori, che – con le borse cucite degli enti pubblici – oggi si trovano sprovvisti di ogni forma di sostegno. Quale dunque, la via per la valorizzazione dell’arte e la salvaguardia del patrimonio artistico-culturale del nostro Paese?
Un barlume di speranza arriva dal cosiddetto Mecenatismo illuminato, forma di finanziamento dell’arte nata in epoca romana, e che contraddistinse il Rinascimento italiano in tutto il mondo. L’opportunità è reale, anche se incompleta. Significative in questo senso le esperienze sul territorio emiliano, che vede Car Server partecipare alla prossima edizione di Fotografia Europea attraverso la produzione di progetto fotografico coerente con l’attività dell’azienda o il caso Kerself, main sponsor della produzione Certe notti, della Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto di Reggio Emilia. Il privato, e in particolare il mondo imprenditoriale, suggerisce la possibilità di una liaison in grado di superare l’empasse in cui si trova oggi il Pubblico nei confronti del finanziamento della cultura.
I benefici del meccanismo sono evidenti. Naturalmente è ingenuo e non realistico pensare che “l’arte per l’arte”, sia un valore sufficiente per questo genere di operazioni. A suo tempo, non lo fu nemmeno per Lorenzo il Magnifico. La legislazione fiscale italiana premia le donazioni in favore di musei, teatri e altri enti operanti nel settore dei beni culturali e dello spettacolo con precise agevolazioni fiscali. Ad oggi però, a differenza di quanto succede nel resto del mondo, la piena deduzione delle somme erogate è riservata alle imprese, a cui spetta il primato delle donazioni con il 73% del totale.
Da un’indagine risulta che un cittadino su tre sarebbe disposto ad elargire denaro in favore dei musei per conservarne il patrimonio artistico e culturale. L’indole magnanima degli italiani, con un “aiutino” del legislatore, potrebbe arrivare a raddoppiare l’entità della donazione con una deduzione del 50% (ora al 19%) anche per le persone fisiche. La bontà d’animo in certi casi non basta. Ma, come si dice, “il fine giustifica i mezzi”.