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Quello che ci portiamo a casa dall’Eurochambres Economic Forum del 7-8 ottobre scorso a Roma, organizzato da Unioncamere ed Eurochambres, è una full immersion di incontri tra 300 leaders delle Camere di Commercio italiane ed europee, che si sono interrogati su come le trasformazioni politiche ed economiche impattano sulla comunità imprenditoriale europea e sulle risposte operative attese dalle Camere di Commercio.
Le risposte a queste domande sono arrivate? Pare proprio di sì. Eurochambres ha preparato una serie di raccomandazioni da consegnare alla Commissione europea e al Parlamento europeo, in cui si palesa il ruolo cruciale delle Camere, ovvero innescare opportunità per una crescita sostenibile e salvaguardare la competitività industriale dell’Europa. Anche Ifoa è stata interpellata per dare un parere a riguardo. Nella seconda giornata di evento, all’interno della sessione Untapping Europe’s entepreneurial potential, ho esposto il mio pensiero sul tema dei fattori che influenzano l’autoimprenditorialità e la creazione di nuova impresa, basandomi sull’esperienza pluriennale di Ifoa e sulla realtà di territori quali quello emiliano, in cui da sempre le aziende si sviluppano per il talento degli imprenditori e perché supportate da un sistema territoriale virtuoso di relazioni tra business, scuole, centri di formazione e istituzioni, producendo ricchezza a beneficio di tutti. Sostengo innanzitutto che l’imprenditorialità non sia lo sforzo di una sola persona, ma il risultato dell’elaborazione culturale di un territorio. Divenire imprenditori capaci dipende anche dal contesto in cui si opera, un contesto in grado di sviluppare nei giovani imprenditori un atteggiamento costruttivo e quasi predittivo. Dobbiamo iniziare a pensare alla visione come a una competenza che può essere forgiata attraverso lo sviluppo della capacità di gestire la realtà, e di guardare questa stessa realtà con occhi nuovi. Essere un imprenditore quindi è più che essere in grado di avviare qualcosa, implica essere intrinsecamente imprenditoriali.
Dovremmo pertanto suscitare maggiormente una visione generativa verso il futuro. La generatività è il prerequisito dell’imprenditorialità. C’è un grande bisogno di poter vedere esempi positivi di questo e di comunicarli ai giovani. Chi, quindi, se non le Camere di Commercio, può svolgere questa funzione di raccolta e diffusione di esperienze di imprenditorialità generativa? Chi altro è in grado di riunire aziende, istituzioni ed enti attorno a questo obiettivo comune, basato su una comprensione ampia e profonda dei mercati europei e globali?