Voglio parlare di una cosa che tutti cerchiamo di evitare. La sola certa nella vita. La sua fine. La morte. Da sempre la letteratura cerca di esorcizzarla. Visto che l’estate sta finendo (e quando leggerete sarà già abbondantemente finita), faccio un esorcismo di fine stagione con tre libri. Il primo, un faccia a faccia: capolavoro di Josè Saramago, Le intermittenze della morte (Feltrinelli) racconta di un Paese dove la Morte va in sciopero. Dopo il primo entusiasmo gli abitanti comprendono non si può farne a meno, e pur di morire organizzano migrazioni clandestine oltre confine, cercando di far di tutto per richiamarla in servizio. Il secondo è di un poeta olandese, Cees Nooteboom che in Tumbas (Iperborea), insieme alla fotografa Simone Sassen, va per il mondo alla ricerca delle tombe di poeti e pensatori, scoprendo che se la maggior parte dei morti tace, i poeti continuano a parlare. Il terzo è al femminile, Maria Paola Cavalieri, storica e docente di lettere, in Camminare sul margine (Consulta Libri & Progetti) racconta la sua esperienza di malato oncologico che si affaccia sulla soglia. Non solo diario, ma anche galleria di ritratti: medici e infermieri, familiari, amici che nei gesti semplici di cura restituiscono giorno dopo giorno il senso profondo della vita, la poesia dell’attimo, la volontà di stare in questo mondo e succhiarne fino al midollo la bellezza.