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Interviste

L’isola che c’è

By 24/08/2010Marzo 15th, 2023No Comments

Tempi moderni, vacanze single: il 2010 ha visto il boom delle prenotazioni singole presso i tour operator. 1 su 3 rinuncia per paura della solitudine. Ma vah!

di Francesca Meschieri

Chi di noi non ha desiderato, almeno una volta nella vita di mollare tutto e partire, destinazione “’l’isola che non c’è” e come Peter Pan lasciarsi tutto alle spalle, problemi, responsabilità e affanni? Se è vero che la vita è molto diversa dalle fiabe, quella di Vania Facchini è un’eccezione alla regola: ex infermiera del reparto di Terapia intensiva, questa quaranticinquenne parmigiana ha realizzato il suo sogno, arrivando a Lampedusa con un furgone carico di desideri e tanta buona volontà. “Sono partita prendendo in gestione delle case abbandonate, le ho arredate e messe a disposizione come operatore turistico; pochissimi parmigiani conoscevano l’isola e oggi sono in molti quelli che ritornano ogni anno”.

Un amore a prima vista quello che ha folgorato Vania, un sentimento cresciuto nel tempo che ha creato un legame indissolubile con questa terra dove la nave che porta acqua e benzina non arriva tutte le settimane e dove non esistono servizi a cui siamo abituati: un’isola dagli enormi contrasti ma dove Vania, nella ricchezza di una vita semplice, ha trovato la sua seconda casa.
“Questa avventura è cominciata 13 anni fa, ancora prima di lasciare il mio lavoro: era diventato troppo doloroso elaborare la sofferenza dei lutti che vivevo quotidianamente, perchè anche quando non ti riguarda direttamente devi superare il trauma che vedi negli occhi degli altri ed io questo non riuscivo più a farlo. Ci sono persone che, per loro fortuna, sono nate con la camicia, io no. Io sono nata “nuda” e sono sempre stata abituata a crearmi le opportunità da sola, spesso andandomele a cercare, come la decisione di cambiare vita e trasferirmi da Parma a Lampedusa. Non è stata certo una scelta facile, ma sentivo il bisogno di darmi questa possibilità e per quanto mi riguarda, è andata benissimo così”

La tua attività, “L’isola che c’è” (www.lisolachece.com), ti consente di vivere da maggio ad ottobre in un luogo meraviglioso, dove il tempo sembra essersi fermato… verrebbe voglia di prendere esempio da te!
“Sicuramente ho creato qualcosa che a Lampedusa non c’era e in questo senso sono molto orgogliosa del mio lavoro, ma devo dire che la soddisfazione più grande viene dalle persone che trascorrono il tempo qui e che ritornano, ogni anno, per rivivere la magie di questi luoghi, assaporarne i gusti e sentirne i profumi. Persino nei colori Lampedusa esprime tutta la sua esasperata bellezza: tutto qui è giallo e turchese, un vero pezzo d’Africa nel profondo sud d’Italia”.

Profondo davvero, Lampedusa è il punto più a Sud di tutta l’Europa!
“Le persone forse dimenticano che, senza prendere tanti aerei e sorvolare il mondo per andare sugli atolli sperduti, c’è un’isola tutta italiana che non aspetta altro che essere scoperta. Certo, qui la vita non è come quella dei villaggi turistici, ma il contatto con la natura è il vero spettacolo di questa terra”.

Nonostante i ritmi di vita “decisamente rallentati” sembri una donna molto energica e determinata: come immagini il tuo futuro?
“Non sono una donna che ama fare programmi a lunga scadenza, certo mi rendo conto di dover organizzare la mia vita ma l’esperienza mi ha insegnato che è meglio godersi ogni attimo completamente, dandogli davvero un significato perché non sappiamo mai quello che potrebbe accaderci domani. A discapito di tutto, perché non tutte le scelte di vita che si fanno vengono condivise, non vorrei mai voltarmi indietro ed accorgermi di avere dei rimpianti, non potrei sopportarlo: per me si è chiusa una porta e si è spalancato un portone, quando ho deciso di mollare tutto e trasferirmi qui per molti mesi all’anno. La mia vita è cambiata completamente, non solo i ritmi di lavoro, ma anche la qualità del tempo, che qui, sembra scorrere ad un’altra velocità. Pensa solo alla criminalità: qui è inesistente e chiunque può tranquillamente lasciare la porta di casa aperta senza alcun timore. Ecco, quando torno a Parma ci metto sempre un po’ ad abituarmi alla nostra realtà, oggi più che mai”.

Siamo curiose: sull’isola che c’è, hai trovato anche l’amore?
“No, l’amore l’ho lasciato a Parma (ndr, ride). Abbiamo uno splendido anche se difficilissimo rapporto a distanza, ma funziona e quindi va bene così; è sempre una questione di qualità del tempo che si trascorre insieme, non della quantità”.

Quindi qualcosa, in fondo, ti manca della tua terra?
“Ma certo, gli affetti sono la prima cosa e comunque torno a casa sempre volentieri. Credo che nella vita si debbano cogliere le opportunità come se ognuna dovesse portarci lontano, poi sta a noi decidere quali delle strade intraprese ci interessa percorrere davvero fino in fondo. Io ho ancora tanti desideri da realizzare e sogni che inseguo da tempo, come il progetto di aprire un bed&breakfast qui. Il cielo a Lampedusa, sembra un manto di stelle infinito e sai quanti desideri si possono esprimere da quaggiù?”.