di Francesca Meschieri/Agnese Spinelli
Io le mangiavo con la nonna, assieme al thè o allo yogurt. Le rompevamo a pezzettoni e le lasciavamo affondare nel thè, per poi ripescarle con il cucchiaino, nella luce autunnale della cucina in stile provenzale. Il profumo dei limoni e dei biscotti lo ritrovo ogni volta che assaggio la deliziosa merenda. Che oggi, diventata grande anch’essa, non ha fortunatamente cambiato forma. Nè profumo. Nè colore. Non è pura retorica, in molti avranno condiviso questo piacere davanti ad un sacchetto di Ciambellina Ilaria, un inno alle cose fatte a mano, chiuso in una confezione che non è mai cambiata, con la bambina con le trecce in bella vista.
Così, adulta e giornalista, ho voluto conoscere questa Ilaria che, pur senza mai essere entrata in casa mia, è stata spesso invitata ai riti familiari nella casa dei miei nonni. Oggi Ilaria (Orlandini) non ha più le trecce e non si accontenta di stare sulla confezione dei biscotti che il papà, negli anni ‘60, le dedicò. Oggi, e da quarant’anni, sta dietro a tutto il processo produttivo, assieme al marito…
Due aggettivi per descrivere il suo lavoro? “Gratificante, ma anche pieno di sacrifici. Soprattutto oggi”.
Razionalità o Intuito: cosa la muove nelle decisioni più importanti? “Sicuramente l’intuito, ma è poi con la razionalità che le buone intuizioni diventano successi”.
L’ultima volta che è rimasta “senza parole”? “Stamattina. Ci ha chiamati in azienda una signora di Venezia chiedendoci dove poteva trovare la nostra ciambellina… era disposta a venire fin qui, pur di poterla acquistare!”.
Qual è la sua più grande passione? “In primo luogo Claudio Baglioni! Il mio ufficio è tappezzato di foto, dediche e testi del grande Claudio. Al secondo posto, invece, la moto. Non a caso Ciambellina Ilaria, è diventata sponsor ufficiale della clinica mobile, il team di supporto medico, che segue i piloti dei Campionati del Mondo di motociclismo”.
Lavorare a stretto contatto con il proprio compagno è più croce o delizia? “Nel mio caso, sicuramente delizia, ma è un bene avere ruoli, per quanto possibile, ben distinti! Patti chiari…”.
L’ingrediente segreto, del vostro successo aziendale? “Ce ne sono tanti: due su tutti l’assoluta genuinità degli ingredienti e la semplicità della lavorazione. Ad esempio sgusciamo ancora le uova fresche completamente a mano. Secondo noi, la differenza, si sente…”.
Se le dico Made in Italy cosa le viene in mente? “La qualità: quella stessa qualità che i produttori italiani dovrebbero tornare ad offrire, anche a discapito di maggiori guadagni”.
Che rapporto ha con la tecnologia: odio, dipendenza o amore? “Diciamo che è un rapporto molto equilibrato. Anche se il nostro prodotto è molto tradizionale utilizziamo anche i mezzi di comunicazione più nuovi. Sono molto orgogliosa, ad esempio, degli oltre mille fans della nostra ciambellina su Facebook!”.
La cosa più importante che ha imparato sul lavoro? “Che se mantieni alta la qualità, quella vera, le soddisfazioni non mancheranno mai: e non bastano prezzi bassi o massicce campagne pubblicitarie, bisogna leggere le etichette per capire cosa stiamo mangiando”.
Ha una vita in omaggio: in che cosa vorrebbe reincarnarsi? “Rinascerei Ilaria e spererei ancora di diventare la ciambellina più amata da grandi e piccini”. “Io – interviene il marito – vorrei rinascere boscaiolo in Canada, invece!”.
Ilaria, nel suo lavoro a quale compromesso non scenderebbe mai? “Quello di sacrificare la genuinità degli ingredienti e la veridicità delle nostre etichette: per noi la semplicità è un marchio di fabbrica”.
Lei ha due figlie: pensa che il loro futuro debba somigliare al suo, almeno professionalmente? “Direi proprio di no, anzi spero seguano le loro aspirazioni e non è detto che somiglino alle mie”.
Questo specchio le può svelare il futuro, cosa vede nel suo? “Spero di continuare a fare il mio lavoro con la stessa passione e lo stesso entusiasmo, magari affrontando nuove sfide che lo rendano ancora più stimolante: abbiamo in cantiere un nuovo biscotto al cioccolato che…”