Skip to main content

Si è da poco conclusa la dodicesima edizione del “Global Risks Report 2017” a cura del World Economic Forum e presentato a pochi giorni dall’apertura del Forum economico mondiale di Davos.
Il rapporto ha analizzato le probabilità, il potenziale impatto e le interconnessioni dei rischi globali nel prossimo decennio: 750 esperti provenienti dal mondo accademico e finanziario hanno valutato 30 differenti rischi globali suddivisi in cinque macro categorie (rischio economico, ambientale, geopolitico, sociale e tecnologico) su un orizzonte temporale e 13 tendenze che potrebbero contenerli o amplificarli.
I risultati delle analisi portano sotto-occupazione, bassa inclusione sociale e cambiamenti climatici come i principali pericoli all’orizzonte nel mondo nel 2017.

Trend globali come ad esempio la crescente disparità di reddito e una significativa polarizzazione della Società hanno provocato cambiamenti politici nel 2016 e potrebbero aggravare i rischi globali nel 2017 qualora non venissero adottate le misure necessarie;
I fattori chiave dei rischi possono essere eliminati o neutralizzati, mettendo in atto politiche di inclusione sociale, per le quali cooperazione internazionale e piani di lungo periodo rivestono un ruolo fondamentale;
I cambiamenti climatici, insieme a disparità di reddito e polarizzazione della società sono fra i principali pericoli globali all’orizzonte nel 2017. Per la prima volta quest’anno, tutti i cinque rischi ambientali1 vengono definiti tra i rischi a più elevata probabilità e a più alto impatto.

Cecilia Reyes, Chief Risk Officer del Zurich Insurance Group, ha dichiarato: “Viviamo in un mondo caratterizzato da fenomeni dirompenti, in cui il progresso tecnologico pone sfide sempre più difficili. Senza una corretta gestione, ricollocazione e riqualificazione dei lavoratori, la tecnologia cancellerà posti di lavoro più velocemente rispetto a quelli che riuscirà a creare. I Governi non sono più in grado di offrire ai propri cittadini i passati livelli di protezione sociale; mentre sentimenti anti-establishment stanno guadagnando sempre più spazio, con nuovi leader politici che accusano la globalizzazione di aver acuito i problemi sociali: così si innesca un circolo vizioso in cui una crescita economica più bassa amplifica solo le disuguaglianze. La cooperazione diviene dunque fondamentale per evitare un ulteriore deterioramento delle finanze pubbliche e l’amplificazione di disordini sociali”.