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Il contesto conta

Di 24/11/2012Marzo 15th, 2023No Comments
Tempo fa, un imprenditore del settore bricolage con diversi punti vendita in Italia, ha condiviso con me una perplessità relativa alla selezione del personale e dei fornitori per l’apertura di un nuovo punto vendita in provincia. Come scegliere i dipendenti e i partners migliori nella miriade di candidature che il momento di flessione del mercato rende altamente probabile?
Questa preoccupazione stimola più di una riflessione dato il contesto economico-finanziario in cui viviamo. Si avverte infatti una forte dicotomia tra il potere aziendale inteso come direzione e/o proprietà e il potere operaio e/o impiegatizio. Le vicende di fallimenti o crisi aziendali e le conseguenti proteste dei lavoratori, che ogni giorno trovano spazio sui media, rivelano la drammaticità di questa dicotomia. In questo panorama, conflittuale e certamente di difficile gestione, è importante per gli imprenditori riconoscere e rispettare la sensibilità e le esigenze dei soggetti coinvolti nel proprio business, a tutti i livelli, pur mantenendo saldi i criteri di professionalità e competenza.
Come muoversi quindi? Nel corso della mia formazione specialistica ho spesso incontrato un rilievo che mi pare adeguato a discernere la questione dalla quale siamo partiti: l’imprenditore in questione, per un’impresa commerciale efficace e di successo, dovrebbe conoscere e tenere conto della situazione politica e sociale del contesto in cui si inserisce. Valorizzare le persone e il territorio significa infatti creare possibili relazioni commerciali funzionali alla crescita dell’impresa nel mercato di recente penetrazione.
La formazione manageriale e aziendale si è evoluta nel corso dei decenni superando le teorie legate alla mera funzionalità economica. In principio infatti fu la centralità del prodotto che fa la differenza e definisce le fette di mercato da conquistare, ma con il mercato unico e la concorrenza globale, i prodotti sono diventati importanti ma non più cruciali. A ruota, nuovo protagonista è divenuto il cliente: il servizio dedicato, la cortesia, il post-vendita, l’attenzione, sono elementi ancora rilevanti che però ugualmente nel contesto economico contemporaneo sembrano non bastare. Ecco quindi che si è sviluppato un diverso approccio che sostiene il protagonismo di una persona, che non è più il cliente finale, ma una specie di cliente intermedio: il lavoratore.
La soddisfazione professionale del dipendente/collaboratore è diventata l’elemento strategico che garantisce qualità ed eccellenza del prodotto, ma anche cortesia e attenzione nei confronti del cliente finale. Dipendenti e partners hanno un peso determinante nel garantire il proseguimento e il successo di un’azienda. Proprio per questo una saggia logica imprenditoriale deve rispettare e dialogare con la comunità in cui si inserisce, costruendo relazioni efficaci e generando vantaggi condivisibili.