Skip to main content
Tools

Mordi la prima mela

Di 23/09/2012Marzo 15th, 2023No Comments

Fino a un paio di anni fa ero molto scettico nei confronti dei prodotti con il marchio Apple. Li ritenevo poco più che dei giocattoli costosi. Ho sempre utilizzato personal computer con sistema operativo Windows o Linux. Poi, stanco di dedicare troppo tempo alla soluzione dei problemi di performance e sicurezza di queste macchine, ho finalmente deciso di comprare un Macbook. Negli ultimi due anni ho installato e disinstallato software, ma le prestazioni della macchina sono sempre ottime.

Sviluppando applicazioni per iPhone ho avuto l’opportunità di conoscere più a fondo la filosofia dei prodotti Apple. Dietro l’apparenza gradevole di questi oggetti di design, c’è un approccio alla progettazione e allo sviluppo che probabilmente è unico sul mercato dei computer di massa. Infatti, mentre Apple detiene il controllo totale di hardware e software per ottenere il massimo dell’ottimizzazione, l’architettura dei personal computer successori del PC IBM (datato 1981) è stabilita da diversi consorzi che raggruppano le principali aziende produttrici di hardware del pianeta. Cosa significa questo? Che i PC sono tra loro compatibili, ma a seconda del produttore presentano differenze in termini di affidabilità. Un vantaggio è certamente la possibilità di smontarli e potenziarli facilmente e con poca spesa. Il software che gira sui PC può essere chiuso (come Windows e la suite di Office) o aperto (come Linux e il browser Mozilla Firefox), ma il risultato finale è sempre lo stesso: macchine compatibili ma non identiche.

Ovviamente sia Apple che i suoi concorrenti sostengono che la propria filosofia sia quella migliore per l’utente. Nelle parole di Steve Jobs, “l’utente non sa cosa vuole”, è l’azienda che deve sforzarsi di capire cosa è meglio per lui, e deve quindi creare prodotti innovativi che verranno acquistati perché belli, comodi, pratici, migliori di quelli della concorrenza. Questo significa anche che l’utente non potrà modificare il prodotto e nemmeno conoscerlo a fondo. Apple progetta pensando a un utente medio non interessato a come funziona la macchina, ma solo al fatto che funzioni bene. Anche lo sviluppatore che vuole creare nuove applicazioni per i device Apple deve sottostare alla rigida policy dettata da Cupertino. Per esempio, la navigazione all’interno delle app per iPhone ha regole ben precise da rispettare, mentre lo sviluppo di app per il sistema operativo Android di Google (open source) non richiede di sottostare a regole funzionali o estetiche particolari.

Penso che il segreto del successo dei prodotti Apple sia il mix di ottimo design, attenzione ai particolari e facilità d’uso. Il lavoro di Jonathan Ive, numero uno dei designer di Apple, è obiettivamente eccellente. E l’aspetto gradevole dell’iPhone, dell’iPad e dei Macbook è sempre indissolubilmente legato alla praticità di utilizzo di questi strumenti. Qualcuno ha detto che l’approccio estremamente rigido di Apple non funzionerà in eterno, perché solo Steve Jobs sapeva come fare per imporlo. Non sono d’accordo: penso che le buone lezioni non verranno dimenticate, e che l’azienda continuerà a sfornare prodotti di alta qualità. Ma sono anche convinto che la concorrenza stessa farà tesoro di quelle lezioni, pur mantenendo l’approccio aperto che caratterizza i loro prodotti. Perché una cosa è sicura: l’eccellenza nel design e nella praticità può essere cercata anche nel software e nell’hardware di tipo open.