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Cultura

Sogni e vulcani infranti

Di 07/06/2010Marzo 15th, 2023No Comments
Il vulcano islandese ha un sogno... Che, prima o poi, qualcuno pronunci il suo nome!

Il vulcano islandese ha un sogno... Che, prima o poi, qualcuno pronunci il suo nome!

di Anna Salami

“Nei prossimi anni i voli sull’Atlantico del nord e nelle aree circostanti potrebbero diventare più complicati. Secondo i vulcanologi, l’eruzione del vulcano islandese Eyjafjöll rischia di diventare uno spettacolo familiare.”
New Scientist, aprile 2010

E INFATTI…

A inizio maggio Eyjafjöll ha colpito ancora. A distanza di poco meno di un mese dall’ultima eruzione, quando una nube di cenere diffusa nell’atmosfera aveva costretto gli aeroporti di mezza Europa al riposo forzato, l’attività vulcanica sul ghiacciaio Eyjafjallajokull – con la disperazione dei più – è ripresa. E se negli occhi dei viaggiatori in procinto di partire si poteva leggere il terrore di notti insonni passate accampati in aeroporto, in quelli dei vulcanologi si riflette un timore ben più grande, che guarda a un futuro non troppo lontano. Secondo Thorvaldur Thordarson, esperto di vulcani dell’Università di Edimburgo, l’Islanda sta entrando in una nuova fase attiva che potrebbe durare una sessantina d’anni e raggiungere il suo picco tra il 2030 e il 2040. Un cupo scenario che infrange l’utopia di una mobilità illimitata e che ci costringe a fare i conti con le nostre fragilità: se è vero, infatti, che il trasporto aereo ha concesso un grado di flessibilità e libertà mai sperimentate prima, d’altra parte è altrettanto evidente quanto abbia aumentato la nostra dipendenza – non solo economico-commerciale – dall’esterno. Per riflettere su soluzioni di mobilità alternative, e forse riabituarci a vivere un po’ più isolati, abbiamo ancora qualche anno. Nel frattempo, Eyjafjöll avrà acquisito sempre più popolarità, avrà contribuito a riempire pagine di giornali e probabilmente tutti avranno imparato a chiamarlo con il suo vero nome e non più come “il vulcano islandese”.